Arnow
La storia di Tom Lowe potrebbe assomigliare a quella di tanti: nasce in un paese affacciato ad un mare freddo e con onde poco consistenti, scappa dalle noiose ore a scuola per andare a surfare prima con un bodyboard e poi in shortboard all’età di 14 anni e a skateare per le vie di St. Ives.
La Cornovaglia è un paese di una bellezza sconvolgente, la vista di una natura incontaminata toglie il fiato e le spiagge bianche enormi scendono da promontori pieni di more di rovo selvatiche in un mare etereo come la trasparenza, ma il gelo invernale e il vento freddo costringono a fuggire, o rinchiudersi dietro le vetrate a leggere libri e contemplare orizzonti. Per produrre arte si attraversa una soglia labile tra la profondità del proprio io e l’esterno, che viene assimilato per andare sempre più a fondo, ed è qui che cresce Jack Whitefield, classe 1991, di St. Ives.
Fotografo, filmaker, disegnatore, appassionato di artisti degli anni ’40-’60, in particolare scultori, tra i quali Christopher Wood, Barbara Hepworth, Ben Nicholson, Naum Gabo, è più interessato alla forma degli oggetti e alla loro ‘deformazione’ geologica e ambientale che alla maniera, alla scienza e all’astrofisica più che al modus operandi. La storia industriale e culturale della Cornovaglia lo portano ad una fotografia particolare, una specie di documentarismo astratto, un vizio di forma per le geometrie, mentre nella cinematografia Jack Whitefield ne è l’estremo opposto, e pur traendo dalla geologia ogni odore, senso fisico e vividezza nei colori, porta le scene girate dal rumore della materia al silenzio, dritto, in una sequenza di fotogrammi a 16 e 8 mm.
Con un regista come Jack Whitefield la storia di Tom Lowe diventa underground ma soprattutto un ritratto, che mischia il punk alla desolazione inglese: una perfetta descrizione di Tom attraverso le sue azioni fuori dal comune, su onde giganti, che lo rendono un diverso, un insicuro e chiuso dai confini di un piccolo paese sulla costa inglese, un animo che emerge solo da onde di oltre tre metri, e poi parte per cercarne di più grandi.
Uno dei suoi spot preferiti, poco lontano da casa, è l’Irlanda, ma grazie ad alcuni amici riesce ad andare oltre, e oltre, fino a Nazare, a Peahi (Jaws), Half Moon Bay (Mavericks), perché solo superando i confini si può esprimere la propria personalità. Jack Whitefield i confini di Tom Lowe li trova nel rumore della terra che si muove, nelle curve di acque abbandonate, nelle immagini dentro, al freddo. Arnow, un capolavoro underground come solo gli inglesi sanno fare, girato grazie anche al contributo di Vans.
